Suggerimenti per la proclamazione liturgica
Per leggere bene, bisogna rispettare il "genere letterario"
I libri della Bibbia non si assomigliano, si completano. Rivelano, ciascuno a proprio modo, un'esperienza spirituale che si rivolge alla fede ed invita i credenti a incontrare il Dio vivo. Sono testimonianze preziose, universalmente riconosciute, attraverso le quali Dio si manifesta agli uomini e che convergono tutte verso il Cristo, "il Verbo fatto carne".
Il "genere letterario" comporta:
Modi di espressione diversi: una legge, un'esortazione, un testo poetico, una spiegazione, non sono redatti con le stesse parole, ne' con le medesime intenzioni.
La personalita' di colui che scrive o il gruppo che si ricollega ad un particolare autore: un sacerdote, un contadino, un uomo colto, un missionario... hanno un linguaggio, una fraseologia, delle accentuazioni, dei temi che sono propri a ciascuno di loro.
L'eta' di un testo o l'epoca in cui e' stato fissato definitivamente per iscritto: sappiamo che la redazione della Bibbia e' avvenuta nel corso di parecchi secoli; ma soltanto nel II secolo dell'era cristiana e' stato definitivamente stabilito l'elenco dei libri canonici.
Il luogo d'origine e le lingue usate: Arabia, Babilonia, Egitto, Palestina per l'Antico Testamento; Palestina, Turchia, Italia,... per il Nuovo. Sono altrettanti mondi con le loro ricchezze e caratteristiche proprie; sono parimenti altrettante lingue diverse: ebraico, aramaico, greco...
L'anteriorita' della forma orale: il messaggio e' stato predicato, vissuto dalla comunita', prima di ricevere una forma scritta che comportava indubbiamente aggiunte e sviluppi derivanti da tradizioni diverse.
La Bibbia si presenta quindi come una sinfonia dove ogni musicista deve suonare la propria parte, che contribuisce all'armonia dell'insieme. Conoscere e rispettare il "genere letterario" di ogni testo e' pertanto una questione di verita' nei confronti della Parola e da' la possibilita' di ritrovare la realta' concreta di vita che l'ha vista nascere.