26 settembre 2010 – XXVIma del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio in mp3

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Prima lettura
Am 6,1.4-7

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Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Dal libro del profeta Amos

Guai agli spensierati di Sion/
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!//
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani/
mangiano gli agnelli del gregge/
e i vitelli cresciuti nella stalla.//
Canterellano al suono dell’arpa,/
come Davide improvvisano su strumenti musicali;/
bevono il vino in larghe coppe/
e si ungono con gli unguenti più raffinati,/
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.//
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati/
e cesserà/ l’orgia dei dissoluti.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 145

Rit.:Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Seconda lettura
1Tm 6,11-16

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Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Tu,/ uomo di Dio,/ evita queste cose;/ tendi invece alla giustizia,/ alla pietà,/ alla fede,/ alla carità,/ alla pazienza,/ alla mitezza.// Combatti la buona battaglia della fede,/ cerca di raggiungere la vita eterna/ alla quale sei stato chiamato/ e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede/ davanti a molti testimoni.//
Davanti a Dio,/ che dà vita a tutte le cose,/ e a Gesù Cristo,/ che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato,/ ti ordino di conservare senza macchia/ e in modo irreprensibile/ il comandamento,/ fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,/
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,/
il beato e unico Sovrano,/
il Re dei re/ e Signore dei signori,/
il solo che possiede l’immortalità/
e abita una luce inaccessibile://
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto/ né può vederlo.//
A lui onore e potenza per sempre./Amen.

Vangelo
Lc 16,19-31

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Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

19 settembre 2010 – XXV del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio mp3

Prima lettura
Am 8,4-7

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Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos

Il Signore mi disse:/
«Ascoltate questo,/
voi che calpestate il povero/
e sterminate gli umili del paese,/
voi che dite:/ “Quando sarà passato il novilunio/
e si potrà vendere il grano?//
E il sabato,/ perché si possa smerciare il frumento,/
diminuendo l’efa e aumentando il siclo/
e usando bilance false,/
per comprare con denaro gli indigenti/
e il povero/ per un paio di sandali?//
Venderemo anche lo scarto del grano”».//
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:/
«Certo,/ non dimenticherò mai/ tutte le loro opere».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 112

Rit.:Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.

Seconda lettura
1Tm 2,1-8

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Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio,/ raccomando,/ prima di tutto,/ che si facciano domande,/ suppliche,/ preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini,/ per i re/ e per tutti quelli che stanno al potere,/ perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla,/ dignitosa e dedicata a Dio.// Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio,/ nostro salvatore,/ il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati/ e giungano alla conoscenza della verità.//
Uno solo,/ infatti,/ è Dio/ e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini,/ l’uomo Cristo Gesù,/ che ha dato se stesso/ in riscatto per tutti.// Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti,/ e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo/ – dico la verità,/ non mentisco/ –, maestro dei pagani/ nella fede e nella verità.//
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino,/ alzando al cielo mani pure,/ senza collera/ e senza contese.

Vangelo
Lc 16,1-13

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Non potete servire Dio e la ricchezza.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

12 settembre 2010 – XXIV del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio mp3

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Prima lettura
Es 32,7-11.13-14

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Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni,/ il Signore disse a Mosè:/ «Va’,/ scendi,/ perché il tuo popolo,/ che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto,/ si è pervertito.// Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato!// Si sono fatti un vitello di metallo fuso,/ poi gli si sono prostrati dinanzi,/ gli hanno offerto sacrifici e hanno detto:/ “Ecco il tuo Dio,/ Israele,/ colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».//
Il Signore disse inoltre a Mosè:/ «Ho osservato questo popolo:/ ecco,/ è un popolo dalla dura cervìce.// Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro/ e li divori.// Di te invece/ farò una grande nazione».//
Mosè allora supplicò il Signore,/ suo Dio,/ e disse:/ «Perché,/ Signore,/ si accenderà la tua ira contro il tuo popolo,/ che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza/ e con mano potente?// Ricòrdati di Abramo,/ di Isacco,/ di Israele,/ tuoi servi,/ ai quali hai giurato per te stesso e hai detto:/ “Renderò la vostra posterità/ numerosa come le stelle del cielo,/ e tutta questa terra,/ di cui ho parlato,/ la darò ai tuoi discendenti/ e la possederanno per sempre”».//
Il Signore si pentì/ del male che aveva minacciato di fare/ al suo popolo.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 50

Rit.: Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Seconda lettura
1Tm 1,12-17

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Cristo è venuto per salvare i peccatori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio,/ rendo grazie a colui che mi ha reso forte,/ Cristo Gesù Signore nostro,/ perché mi ha giudicato degno di fiducia/ mettendo al suo servizio me,/ che prima ero un bestemmiatore,/ un persecutore e un violento.// Ma mi è stata usata misericordia,/ perché agivo per ignoranza,/ lontano dalla fede,/ e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato/ insieme alla fede e alla carità/ che è in Cristo Gesù.//
Questa parola è degna di fede/ e di essere accolta da tutti:/ Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori,/ il primo dei quali sono io.// Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia,/ perché Cristo Gesù ha voluto in me,/ per primo,/ dimostrare tutta quanta la sua magnanimità,/ e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui/ per avere la vita eterna.//
Al Re dei secoli,/ incorruttibile,/ invisibile e unico Dio,/ onore e gloria/ nei secoli dei secoli./ Amen.

Vangelo
Lc 15,1-32

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Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

5 settembre 2010 – XXIII del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio in mp3

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Prima lettura
Sap 9,13-18

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Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza

Quale uomo può conoscere il volere di Dio?//
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?//
I ragionamenti dei mortali sono timidi/
e incerte le nostre riflessioni,/
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima/
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.//
A stento immaginiamo le cose della terra,/
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;/
ma chi ha investigato le cose del cielo?//
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,/
se tu non gli avessi dato la sapienza/
e dall’alto non gli avessi inviato/ il tuo santo spirito?//
Così vennero raddrizzati i sentieri/ di chi è sulla terra;/
gli uomini furono istruiti/ in ciò che ti è gradito/
e furono salvati/ per mezzo della sapienza».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 89

Rit.:Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Seconda lettura
Fm 1,9-10.12-17

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Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filèmone

Carissimo,/ ti esorto,/ io,/ Paolo,/ così come sono,/ vecchio,/ e ora anche prigioniero di Cristo Gesù.// Ti prego per Onèsimo,/ figlio mio,/ che ho generato nelle catene.// Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.//
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo,/ ora che sono in catene per il Vangelo.// Ma non ho voluto fare nulla/ senza il tuo parere,/ perché il bene che fai non sia forzato,/ ma volontario.//
Per questo forse è stato separato da te per un momento:/ perché tu lo riavessi per sempre;// non più però come schiavo,/ ma molto più che schiavo,/ come fratello carissimo,/ in primo luogo per me,/ ma ancora più per te,/ sia come uomo/ sia come fratello nel Signore.//
Se dunque tu mi consideri amico,/ accoglilo come me stesso.

Vangelo
Lc 14,25-33

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Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

29 agosto 2010 – XXII del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio mp3

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Prima lettura
Sir 3,19-21.30-31

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Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide

Figlio,/ compi le tue opere con mitezza,/
e sarai amato più di un uomo generoso.//
Quanto più sei grande,/ tanto più fatti umile,/
e troverai grazia/ davanti al Signore.//
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,/
ma ai miti/ Dio rivela i suoi segreti.//
Perché grande è la potenza del Signore,/
e dagli umili/ egli è glorificato.//
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,/
perché in lui/ è radicata la pianta del male.//
Il cuore sapiente medita le parabole,/
un orecchio attento/ è quanto desidera il saggio.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)

Sal 67

Rit.:Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.


Seconda lettura
Eb 12,18-19.22-24

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Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli,/ non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile/ né a un fuoco ardente/ né a oscurità,/ tenebra e tempesta,/ né a squillo di tromba e a suono di parole,/ mentre quelli che lo udivano/ scongiuravano Dio/ di non rivolgere più a loro la parola.//
Voi invece vi siete accostati al monte Sion,/ alla città del Dio vivente,/ alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli,/ all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti/ i

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cui nomi sono scritti nei cieli,/ al Dio giudice di tutti/ e agli spiriti dei giusti resi perfetti,/ a Gesù,/ mediatore dell’alleanza nuova.


Vangelo
Lc 14,1.7-14


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Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il

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posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

22 agosto 2010 – XXI del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio in mp3

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Prima lettura
Is 66,18-21

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Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:/
«Io verrò a radunare tutte le genti/ e tutte le lingue;/ essi verranno e vedranno la mia gloria.//
Io porrò in essi un segno/ e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis,/ Put,/ Lud,/ Mesec,/ Ros,/ Tubal e Iavan,/ alle isole lontane che non hanno udito parlare di me/ e non hanno visto la mia gloria;/ essi annunceranno la mia gloria alle genti.//
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore,/ su cavalli,/ su carri,/ su portantine,/ su muli,/ su dromedari,/ al mio santo monte di Gerusalemme/ – dice il Signore/ –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri/ nel tempio del Signore.//
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti,/ dice il Signore».

Seconda lettura
Eb 12,5-7.11-13

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Il Signore corregge colui che egli ama.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli,/ avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:/
«Figlio mio,/ non disprezzare la correzione del Signore/
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;//
perché il Signore corregge colui che egli ama/
e percuote/ chiunque riconosce come figlio».//
È per la vostra correzione/ che voi soffrite!// Dio vi tratta come figli;/ e qual è il figlio che non viene corretto dal padre?// Certo,/ sul momento,/ ogni correzione non sembra causa di gioia,/ ma di tristezza;// dopo,/ però,/ arreca un frutto di pace e di giustizia/ a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.//
Perciò,/ rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche/ e camminate diritti con i vostri piedi,/ perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi,/ ma piuttosto a guarire.

Vangelo
Lc 13,22-30

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Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

15 agosto 2010 – Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del giorno)

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Prima lettura
Ap 11,19; 12,1-6.10

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Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo/ e apparve nel tempio/ l’arca della sua alleanza.//
Un segno grandioso apparve nel cielo:/ una donna vestita di sole,/ con la luna sotto i suoi piedi e,/ sul capo,/ una corona di dodici stelle.// Era incinta,/ e gridava per le doglie/ e il travaglio del parto.//
Allora apparve un altro segno nel cielo:/ un enorme drago rosso,/ con sette teste e dieci corna/ e sulle teste sette diademi;/ la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo/ e le precipitava sulla terra.//
Il drago si pose davanti alla donna,/ che stava per partorire,/ in modo da divorare il bambino/ appena lo avesse partorito.//
Essa partorì un figlio maschio,/ destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro,/ e suo figlio fu rapito verso Dio/ e verso il suo trono.// La donna invece fuggì nel deserto,/ dove Dio le aveva preparato un rifugio.//
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:/
«Ora si è compiuta
la salvezza,/ la forza/ e il regno del nostro Dio/
e la potenza del suo Cristo».


Salmo responsoriale
Sal 44

Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

Seconda lettura
1Cor 15,20-26

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Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli,/ Cristo è risorto dai morti,/ primizia di coloro che sono morti.// Perché,/ se per mezzo di un uomo venne la morte,/ per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti.// Come infatti in Adamo tutti muoiono,/ così in Cristo/ tutti riceveranno la vita.//
Ognuno però al suo posto:/ prima Cristo,/ che è la primizia;/ poi,/ alla sua venuta,/ quelli che sono di Cristo.// Poi sarà la fine,/ quando egli consegnerà il regno a Dio Padre,/ dopo avere ridotto al nulla/ ogni Principato e ogni Potenza e Forza.//
È necessario infatti che egli regni/ finché non abbia posto tutti i nemici/ sotto i suoi piedi.// L’ultimo nemico a essere annientato/ sarà la morte,/ perché ogni cosa/ ha posto sotto i suoi piedi.

Vangelo
Lc 1,39-56

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Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

8 agosto 2010 – XIX del Tempo Ordinario – Anno C – Letture audio mp3

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Prima lettura
Sap 18,6-9

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Come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te.

Dal libro della Sapienza

La notte [della liberazione] fu preannunciata ai nostri padri,/
perché avessero coraggio,/
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà.//
Il tuo popolo infatti/ era in attesa
della salvezza dei giusti,/ della rovina dei nemici.//
Difatti/ come punisti gli avversari,/
così glorificasti noi,/ chiamandoci a te.//
I figli santi dei giusti/ offrivano sacrifici in segreto/
e si imposero,/ concordi,/ questa legge divina:/
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,/
intonando subito/ le sacre lodi dei padri.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 32

Rit.: Beato il popolo scelto dal Signore.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.


Seconda lettura

Eb 11,1-2.8-19

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Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli,/ la fede è fondamento di ciò che si spera/ e prova di ciò che non si vede.// Per questa fede/ i nostri antenati sono stati approvati da Dio.//
Per fede,/ Abramo,/ chiamato da Dio,/ obbedì partendo per un luogo/ che doveva ricevere in eredità,/ e partì/ senza sapere dove andava.//
Per fede,/ egli soggiornò nella terra promessa/ come in una regione straniera,/ abitando sotto le tende,/ come anche Isacco e Giacobbe,/ coeredi della medesima promessa.// Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta,/ il cui architetto e costruttore/ è Dio stesso.//
Per fede,/ anche Sara,/ sebbene fuori dell’età,/ ricevette la possibilità di diventare madre,/ perché ritenne degno di fede/ colui che glielo aveva promesso.// Per questo da un uomo solo,/ e inoltre già segnato dalla morte,/ nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo/ e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare/ e non si può contare.//
Nella fede morirono tutti costoro,/ senza aver ottenuto i beni promessi,/ ma li videro e li salutarono solo da lontano,/ dichiarando di essere stranieri/ e pellegrini sulla terra.// Chi parla così,/ mostra di essere alla ricerca di una patria.// Se avessero pensato a quella da cui erano usciti,/ avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi;/ ora invece essi aspirano a una patria migliore,/ cioè a quella celeste.// Per questo Dio non si vergogna/ di essere chiamato loro Dio.// Ha preparato infatti per loro/ una città.//
Per fede,/ Abramo,/ messo alla prova,/ offrì Isacco,/ e proprio lui,/ che aveva ricevuto le promesse,/ offrì il suo unigenito figlio,/ del quale era stato detto:/ «Mediante Isacco/ avrai una tua discendenza». //Egli pensava infatti/ che Dio è capace di far risorgere anche dai morti:/ per questo lo riebbe/ anche come simbolo.

Vangelo
Lc 12,32-48

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Anche voi tenetevi pronti.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

1 agosto 2010 – XVIII del Tempo Ordinario – Anno C – Letture in mp3

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Prima lettura
Qo 1,2;2,21-23

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Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica?

Dal libro del Qoèlet

Vanità delle vanità,/ dice Qoèlet,/
vanità delle vanità:/ tutto è vanità.//
Chi ha lavorato con sapienza,/ con scienza e con successo/ dovrà poi lasciare la sua parte a un altro/ che non vi ha per nulla faticato.// Anche questo è vanità/ e un grande male.//
Infatti,/ quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica/ e dalle preoccupazioni del suo cuore,/ con cui si affanna sotto il sole?// Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi;/ neppure di notte il suo cuore riposa.// Anche questo è vanità!

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 89

Rit.:Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Seconda lettura
Col 3,1-5.9-11

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Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi

Fratelli,/ se siete risorti con Cristo,/ cercate le cose di lassù,/ dove è Cristo,/ seduto alla destra di Dio;/ rivolgete il pensiero alle cose di lassù,/ non a quelle della terra.//
Voi infatti siete morti/ e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!// Quando Cristo,/ vostra vita,/ sarà manifestato,/ allora anche voi apparirete con lui nella gloria.//
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra:/ impurità,/ immoralità,/ passioni,/ desideri cattivi/ e quella cupidigia che è idolatria.//
Non dite menzogne gli uni agli altri:/ vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni/ e avete rivestito il nuovo,/ che si rinnova per una piena conoscenza,/ ad immagine di Colui che lo ha creato.//
Qui non vi è Greco o Giudeo,/ circoncisione o incirconcisione,/ barbaro,/ Scita,/ schiavo,/ libero,/ ma Cristo è tutto/ e in tutti.

Vangelo
Lc 12,13-21

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Quello che hai preparato, di chi sarà?

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

25 luglio 2010 – XVII del Tempo Ordinario – Anno C – Letture in mp3

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Prima lettura
Gen 18,20-32

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Non si adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni,/ disse il Signore:/ «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande/ e il loro peccato è molto grave.// Voglio scendere a vedere/ se proprio hanno fatto tutto il male/ di cui è giunto il grido fino a me;/ lo voglio sapere!».//
Quegli uomini partirono di là/ e andarono verso Sòdoma,/ mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.//
Abramo gli si avvicinò/ e gli disse:/ «Davvero sterminerai il giusto con l’empio?/ Forse vi sono cinquanta giusti nella città:/ davvero li vuoi sopprimere?// E non perdonerai a quel luogo/ per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?/ Lontano da te/ il far morire il giusto con l’empio,/ così che il giusto sia trattato come l’empio;/ lontano da te!// Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?».// Rispose il Signore:/ «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città,/ per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».//
Abramo riprese e disse:/ «Vedi come ardisco parlare al mio Signore,/ io che sono polvere e cenere:/ forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque;/ per questi cinque distruggerai tutta la città?».// Rispose:/ «Non la distruggerò,/ se ve ne troverò quarantacinque».//
Abramo riprese ancora a parlargli/ e disse:/ «Forse là se ne troveranno quaranta».// Rispose:/ «Non lo farò,/ per riguardo a quei quaranta».// Riprese:/ «Non si adiri il mio Signore,/ se parlo ancora:/ forse là se ne troveranno trenta».// Rispose:/ «Non lo farò,/ se ve ne troverò trenta».// Riprese:/ «Vedi come ardisco parlare al mio Signore!/ Forse là se ne troveranno venti».// Rispose:/ «Non la distruggerò per riguardo a quei venti».// Riprese:/ «Non si adiri il mio Signore,/ se parlo ancora una volta sola:/ forse là se ne troveranno dieci».// Rispose:/ «Non la distruggerò/ per riguardo a quei dieci».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)

Sal 137

Rit.: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

Seconda lettura
Col 2,12-14

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Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi

Fratelli,/ con Cristo sepolti nel battesimo,/ con lui siete anche risorti/ mediante la fede nella potenza di Dio,/ che lo ha risuscitato dai morti.//
Con lui Dio ha dato vita anche a voi,/ che eravate morti a causa delle colpe/ e della non circoncisione della vostra carne,/ perdonandoci tutte le colpe/ e annullando il documento scritto contro di noi/ che,/ con le prescrizioni,/ ci era contrario:/ lo ha tolto di mezzo/ inchiodandolo alla croce.

Vangelo
Lc 11,1-13

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Chiedete e vi sarà dato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».