9 maggio 2010 – VI di Pasqua – Anno C – Letture in mp3

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Prima lettura
At 15,1-2.22-29

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È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni,/ alcuni,/ venuti dalla Giudea,/ insegnavano ai fratelli:/ «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè,/ non potete essere salvati».//
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano/ e discutevano animatamente contro costoro,/ fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro/ salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani/ per tale questione.//
Agli apostoli e agli anziani,/ con tutta la Chiesa,/ parve bene allora di scegliere alcuni di loro/ e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba:/ Giuda,/ chiamato Barsabba,/ e Sila,/ uomini di grande autorità tra i fratelli.// E inviarono tramite loro questo scritto:/ «Gli apostoli e gli anziani,/ vostri fratelli,/ ai fratelli di Antiòchia,/ di Siria e di Cilìcia,/ che provengono dai pagani,/ salute!// Abbiamo saputo che alcuni di noi,/ ai quali non avevamo dato nessun incarico,/ sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi.// Ci è parso bene perciò,/ tutti d’accordo,/ di scegliere alcune persone e inviarle a voi/ insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo,/ uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo.// Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila,/ che vi riferiranno anch’essi,/ a voce,/ queste stesse cose.// È parso bene,/ infatti,/ allo Spirito Santo e a noi,/ di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie:/ astenersi dalle carni offerte agl’idoli,/ dal sangue,/ dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime.// Farete cosa buona a stare lontani da queste cose./ State bene!».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 66

Rit.:Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Seconda lettura
Ap 21,10-14.22-23

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L’angelo mi mostrò la città santa che scende dal cielo.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto,/ e mi mostrò la città santa,/ Gerusalemme,/ che scende dal cielo,/ da Dio,/ risplendente della gloria di Dio.// Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima,/ come pietra/ di diaspro cristallino.//
È cinta da grandi e alte mura/ con dodici porte:/ sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti,/ i nomi delle dodici tribù/ dei figli d’Israele.// A oriente tre porte,/ a settentrione tre porte,/ a mezzogiorno tre porte/ e a occidente tre porte.//
Le mura della città poggiano su dodici basamenti,/ sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.//
In essa non vidi alcun tempio:/
il Signore Dio,/ l’Onnipotente,/ e l’Agnello/
sono il suo tempio.//
La città non ha bisogno della luce del sole,/
né della luce della luna:/
la gloria di Dio la illumina/
e la sua lampada/ è l’Agnello.

Vangelo
Gv 14,23-29

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Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

2 maggio 2010 – V di Pasqua – Anno C – Letture in mp3

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Il Foglietto delle Famiglie della Visitazione

Prima lettura
At 14,21-27

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Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni,/ Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra,/ Icònio e Antiòchia,/ confermando i discepoli/ ed esortandoli a restare saldi nella fede/ «perché/ – dicevano/ – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».//
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani/ e,/ dopo avere pregato e digiunato,/ li affidarono al Signore,/ nel quale avevano creduto.// Attraversata poi la Pisìdia,/ raggiunsero la Panfìlia e,/ dopo avere proclamato la Parola a Perge,/ scesero ad Attàlia;// di qui fecero vela per Antiòchia,/ là dove erano stati affidati alla grazia di Dio/ per l’opera che avevano compiuto.//
Appena arrivati,/ riunirono la Chiesa/ e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro/ e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 144

Rit.:Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Seconda lettura
Ap 21,1-5

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Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io,/ Giovanni,/ vidi un cielo nuovo e una terra nuova:/  il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi/ e il mare non c’era più.//
E vidi anche la città santa,/ la Gerusalemme nuova,/scendere dal cielo,/ da Dio,/ pronta come una sposa adorna per il suo sposo.//
Udii allora una voce potente,/ che veniva dal trono e diceva:/
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!/
Egli abiterà con loro/
ed essi saranno suoi popoli/
ed egli sarà il Dio con loro,/ il loro Dio.//
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi/
e non vi sarà più la morte/
né lutto/ né lamento/ né affanno,/
perché le cose di prima/ sono passate».//
E Colui che sedeva sul trono disse:/ «Ecco,/ io faccio nuove/ tutte le cose».

Vangelo
Gv 13,31-35

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Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

21 marzo 2010 – V di Quaresima – Anno C – Letture in mp3

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Prima lettura
Is 43,16-21

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Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore,/
che aprì una strada nel mare/
e un sentiero/ in mezzo ad acque possenti,/
che fece uscire carri e cavalli,/
esercito ed eroi a un tempo;/
essi giacciono morti,/ mai più si rialzeranno,/
si spensero come un lucignolo,/ sono estinti:/
«Non ricordate più le cose passate,/
non pensate più/ alle cose antiche!//
Ecco,/ io faccio una cosa nuova:/
proprio ora germoglia,/ non ve ne accorgete?//
Aprirò anche nel deserto una strada,/
immetterò fiumi nella steppa.//
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,/
sciacalli e struzzi,/
perché avrò fornito acqua al deserto,/
fiumi alla steppa,/
per dissetare il mio popolo,/ il mio eletto.//
Il popolo che io ho plasmato per me/
celebrerà le mie lodi».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 125

Rit.:Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte

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di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Seconda lettura
Fil 3,8-14

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A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli,/ ritengo che tutto sia una perdita/ a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù,/ mio Signore.// Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose/ e le considero spazzatura,/ per guadagnare Cristo/ ed essere trovato in lui,/ avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge,/ ma quella che viene dalla fede in Cristo,/ la giustizia che viene da Dio,/ basata sulla fede:/ perché io possa conoscere lui,/ la potenza della sua risurrezione,/ la comunione alle sue sofferenze,/ facendomi conforme alla sua morte,/ nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.//
Non ho certo raggiunto la mèta,/ non sono arrivato alla perfezione;/ ma mi sforzo di correre per conquistarla,/ perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù.// Fratelli,/ io non ritengo ancora di averla conquistata.// So soltanto questo:/ dimenticando ciò che mi sta alle spalle/ e proteso verso ciò che mi sta di fronte,/ corro verso la mèta,/ al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù,/ in Cristo Gesù.

Vangelo
Gv 8,1-11

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Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

7 marzo 2010 – III di Quaresima – Anno C

Prima lettura
Es 3,1-8.13-15

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Io-Sono mi ha mandato a voi.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni,/ mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro,/ suo suocero,/ sacerdote di Madian,/ condusse il bestiame oltre il deserto/ e arrivò al monte di Dio,/ l’Oreb.//
L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco/ dal mezzo di un roveto.// Egli guardò ed ecco:/ il roveto ardeva per il fuoco,/ ma quel roveto non si consumava.//
Mosè pensò:/ «Voglio avvicinarmi/ a osservare questo grande spettacolo:/ perché il roveto non brucia?».// Il Signore vide che si era avvicinato per guardare;/ Dio gridò a lui dal roveto:/ «Mosè, Mosè!»./ Rispose:/ «Eccomi!».// Riprese:/ «Non avvicinarti oltre!/ Togliti i sandali dai piedi,/ perché il luogo sul quale tu stai/ è suolo santo!».// E disse:/ «Io sono il Dio di tuo padre,/ il Dio di Abramo,/ il Dio di Isacco,/ il Dio di Giacobbe».// Mosè allora si coprì il volto,/ perché aveva paura di guardare verso Dio.//
Il Signore disse:/ «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto/ e ho udito il suo grido/ a causa dei suoi sovrintendenti:/ conosco le sue sofferenze.// Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto/ e per farlo salire da questa terra/ verso una terra bella e spaziosa,/ verso una terra dove scorrono latte e miele».//
Mosè disse a Dio:/ «Ecco,/ io vado dagli Israeliti e dico loro:/ “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”.// Mi diranno:/ “Qual è il suo nome?”./ E io che cosa risponderò loro?».//
Dio disse a Mosè:/ «Io sono colui che sono!»./ E aggiunse:/ «Così dirai agli Israeliti:/ “Io Sono/ mi ha mandato a voi”».// Dio disse ancora a Mosè:/ «Dirai agli Israeliti:/ “Il Signore,/ Dio dei vostri padri,/ Dio di Abramo,/ Dio di Isacco,/ Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”.// Questo è il mio nome per sempre;/ questo è il titolo con cui sarò ricordato/ di generazione in generazione».

Salmo responsoriale
(di norma deve enire eseguito in canto)
Sal 102

Rit.:Il Signore ha pietà del suo popolo.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.

Seconda lettura
1Cor 10,1-6.10-12

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La vita del popolo con Mosè nel deserto è stata scritta per nostro ammonimento.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Non voglio che ignoriate,/ fratelli,/ che i nostri padri furono tutti sotto la nube,/ tutti attraversarono il mare,/ tutti furono battezzati in rapporto a Mosè/ nella nube e nel mare,/ tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale,/ tutti bevvero la stessa bevanda spirituale:/ bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava,/ e quella roccia era il Cristo.// Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio/ e perciò furono sterminati nel deserto.//
Ciò avvenne come esempio per noi,/ perché non desiderassimo cose cattive,/ come essi le desiderarono.//
Non mormorate,/ come mormorarono alcuni di loro,/ e caddero vittime dello sterminatore.// Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio,/ e sono state scritte per nostro ammonimento,/ di noi/ per i quali è arrivata la fine dei tempi.// Quindi,/ chi crede di stare in piedi,/ guardi di non cadere.

Vangelo
Lc 13,1-9

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Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

28 febbraio 2010 – II di Quaresima – Anno C – Letture in mp3

Prima lettura
Gen 15,5-12.17-18

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Dio stipula l’alleanza con Abram fedele.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni,/ Dio condusse fuori Abram/ e gli disse:/ «Guarda in cielo e conta le stelle,/ se riesci a contarle»/ e soggiunse:/ «Tale sarà la tua discendenza».// Egli credette al Signore,/ che glielo accreditò come giustizia.//
E gli disse:/ «Io sono il Signore,/ che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei/ per darti in possesso questa terra».// Rispose:/ «Signore Dio,/ come potrò sapere che ne avrò il possesso?»./ Gli disse:/ «Prendimi una giovenca di tre anni,/ una capra di tre anni,/ un ariete di tre anni,/ una tortora e un colombo».//
Andò a prendere tutti questi animali,/ li divise in due/ e collocò ogni metà di fronte all’altra;/ non divise però gli uccelli.// Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri,/ ma Abram li scacciò.//
Mentre il sole stava per tramontare,/ un torpore cadde su Abram,/ ed ecco/ terrore e grande oscurità lo assalirono.//
Quando,/ tramontato il sole,/ si era fatto buio fitto,/ ecco un braciere fumante/ e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi.// In quel giorno/ il Signore concluse quest’alleanza con Abram:/
«Alla tua discendenza/
io do questa terra,/
dal fiume d’Egitto
al grande fiume,/ il fiume Eufrate».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 26

Rit.:Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Seconda lettura
Fil 3,17- 4,1

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Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli,/ fatevi insieme miei imitatori/ e guardate quelli che si comportano/ secondo l’esempio che avete in noi.// Perché molti/ – ve l’ho già detto più volte e ora,/ con le lacrime agli occhi,/ ve lo ripeto/ – si comportano da nemici della croce di Cristo.// La loro sorte finale sarà la perdizione,/ il ventre è il loro dio.// Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi/ e non pensano/ che alle cose della terra.//
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli/ e di là aspettiamo come salvatore/ il Signore Gesù Cristo,/ il quale trasfigurerà il nostro misero corpo/ per conformarlo al suo corpo glorioso,/ in virtù del potere che egli ha/ di sottomettere a sé/ tutte le cose.//
Perciò,/ fratelli miei carissimi/ e tanto desiderati,/ mia gioia e mia corona,/ rimanete in questo modo saldi nel Signore,/ carissimi!

Vangelo
Lc 9,28-36

Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.

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Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

21 febbraio 2010 – I di Quaresima – Anno C – Letture in mp3

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Prima lettura
Dt 26,4-10

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Professione di fede del popolo eletto.

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo e disse:
«Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani/ e la deporrà davanti all’altare del Signore,/ tuo Dio,/ e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore,/ tuo Dio:/ “Mio padre era un Aramèo errante;/ scese in Egitto,/ vi stette come un forestiero con poca gente/ e vi diventò una nazione grande,/ forte e numerosa.// Gli Egiziani ci maltrattarono,/ ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù.// Allora gridammo al Signore,/ al Dio dei nostri padri,/ e il Signore ascoltò la nostra voce,/ vide la nostra umiliazione,/ la nostra miseria e la nostra oppressione;/ il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso,/ spargendo terrore e operando segni e prodigi.// Ci

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condusse in questo luogo/ e ci diede questa terra,/ dove scorrono latte e miele.// Ora, ecco,/ io presento le primizie dei frutti del suolo che tu,/ Signore,/ mi hai dato”.// Le deporrai davanti al Signore,/ tuo Dio,/ e ti prostrerai davanti al Signore,/ tuo Dio».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)

Sal 90

Rit.:Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso».

Seconda lettura
Rm 10,8-13

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Professione di fede di chi crede in Cristo.

Dalla lettera di

san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli,/ che cosa dice [Mosè]?/ «Vicino a te è la Parola,/ sulla tua bocca e nel tuo cuore»,/ cioè la parola della fede che noi predichiamo.// Perché se con la tua bocca proclamerai:/ «Gesù è il Signore!»,/ e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti,/ sarai salvo.// Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia,/ e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.//
Dice infatti la Scrittura:/ «Chiunque crede in lui/ non sarà deluso».// Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco,/ dato che lui stesso è il Signore di tutti,/ ricco verso tutti quelli che lo invocano.// Infatti:/ «Chiunque invocherà il nome del Signore/ sarà salvato».

Vangelo
Lc 4,1-13

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Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

7 febbraio 2010 – V del Tempo Ordinario – Anno C – Letture in mp3

Prima lettura
Is 6,1-2.3-8

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Eccomi, manda me!

Dal libro del profeta Isaìa

Nell’anno in cui morì il re Ozìa,/ io vidi il Signore seduto su un trono/ alto ed elevato;/ i lembi del suo manto riempivano il tempio.// Sopra di lui stavano dei serafini;/ ognuno aveva sei ali.// Proclamavano l’uno all’altro,/ dicendo:/
«Santo,/ santo,/ santo il Signore degli eserciti!/
Tutta la terra è piena della sua gloria».//
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce,/ mentre il tempio si riempiva di fumo./ E dissi:/
«Ohimè!/ Io sono perduto,/
perché un uomo dalle labbra impure io sono/
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;/
eppure/ i miei occhi hanno visto
il re,/ il Signore degli eserciti».//
Allora uno dei serafini volò verso di me;/ teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare.// Egli mi toccò la bocca/ e disse:/
«Ecco,/ questo ha toccato le tue labbra,/
perciò è scomparsa la tua colpa/
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore/ che diceva:/ «Chi manderò/ e chi andrà per noi?».// E io risposi:/ «Eccomi,/ manda me!».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 137

Rit.:Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

Seconda lettura
1Cor 15,1-11

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Così predichiamo e così avete creduto.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Vi proclamo,/ fratelli,/ il Vangelo che vi ho annunciato/ e che voi avete ricevuto,/ nel quale restate saldi/ e dal quale siete salvati,/ se lo mantenete come ve l’ho annunciato.// A meno che non abbiate creduto invano!//
A voi infatti ho trasmesso,/ anzitutto,/ quello che anch’io ho ricevuto,/ cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture/
e che fu sepolto/
e che è risorto il terzo giorno/ secondo le Scritture/
e che apparve a Cefa/ e quindi ai Dodici.//
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta:/ la maggior parte di essi/ vive ancora,/ mentre alcuni

sono morti.// Inoltre apparve a Giacomo,/ e quindi a tutti gli apostoli.// Ultimo fra tutti apparve anche a me/ come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Vangelo
Lc 5,1-11

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Lasciarono tutto e lo seguirono.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

31 gennaio 2010 – IV del Tempo Ordinario – Anno C – Letture in mp3

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Prima lettura
Ger 1,4-5.17-19

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Ti ho stabilito profeta delle nazioni.

Dal libro del profeta Geremìa

Nei giorni del re Giosìa,/ mi fu rivolta questa parola del Signore:/
«Prima di formarti nel grembo materno,/ ti ho conosciuto,/
prima che tu uscissi alla luce,/ ti ho consacrato;/
ti ho stabilito profeta delle nazioni.//
Tu,/ dunque,/ stringi la veste ai fianchi,/
àlzati e di’ loro/ tutto ciò che ti ordinerò;/
non spaventarti di fronte a loro,/
altrimenti sarò io/ a farti paura davanti a loro.//
Ed ecco,/ oggi io faccio di te
come una città fortificata,/
una colonna di ferro/
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,/
contro i re di Giuda/ e i suoi capi,/
contro i suoi sacerdoti/ e il popolo del paese.//
Ti faranno guerra,/ ma non ti vinceranno,/
perché io sono con te/ per salvarti».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 70

Rit.:La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Seconda lettura
1Cor 12,31-13,13

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Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la carità.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli,/ desiderate intensamente i carismi più grandi.// E allora,/ vi mostro la via più sublime.//
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,/ ma non avessi la carità,/ sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.//
E se avessi il dono della profezia,/ se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza,/ se possedessi tanta fede da trasportare le montagne,/ ma non avessi la carità,/ non sarei nulla.//
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo,/ per averne vanto,/ ma non avessi la carità,/ a nulla mi servirebbe.//
La carità è magnanima,/ benevola è la carità;/ non è invidiosa,/ non si vanta,/ non si gonfia d’orgoglio,/ non manca di rispetto,/ non cerca il proprio interesse,/ non si adira,/ non tiene conto del male ricevuto,/ non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità.// Tutto scusa,/ tutto crede,/ tutto spera,/ tutto sopporta.//
La carità non avrà mai fine./ Le profezie scompariranno,/ il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà.// Infatti,/ in modo imperfetto noi conosciamo/ e in modo imperfetto profetizziamo.// Ma quando verrà ciò che è perfetto,/ quello che è imperfetto scomparirà.// Quand’ero bambino,/ parlavo da bambino,/ pensavo da bambino,/ ragionavo da bambino.// Divenuto uomo,/ ho eliminato ciò che è da bambino.//
Adesso noi vediamo in modo confuso,/ come in uno specchio;// allora invece vedremo faccia a faccia.// Adesso conosco in modo imperfetto,/ ma allora conoscerò perfettamente,/ come anch’io sono conosciuto.// Ora dunque rimangono queste tre cose:/ la fede,/ la speranza e la carità.// Ma la più grande di tutte/ è la carità!

Vangelo
Lc 4,21-30

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Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.