VEGLIA PASQUALE – 11 aprile 2009 – Anno B – Tutte le Letture in Audio mp3

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Il commento della Fraternità Gesù Risorto di Tavodo

Prima lettura
Gen 1,1 – 2,2

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Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.

Dal libro della Gènesi

In principio/ Dio creò il cielo e la terra.// La terra era informe e deserta/ e le tenebre ricoprivano l’abisso/ e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.//
Dio disse:/ «Sia la luce!»./ E la luce fu./ Dio vide che la luce era cosa buona/ e Dio separò la luce dalle tenebre.// Dio chiamò la luce giorno,/ mentre chiamò le tenebre notte./ E fu sera e fu mattina:/ giorno primo.//
Dio disse:/ «Sia un firmamento in mezzo alle acque/ per separare le acque dalle acque».// Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento/ dalle acque che sono sopra il firmamento.// E così avvenne./ Dio chiamò il firmamento cielo./ E fu sera e fu mattina:/ secondo giorno.//
Dio disse:/ «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo/ e appaia l’asciutto»./ E così avvenne./ Dio chiamò l’asciutto terra,/ mentre chiamò la massa delle acque mare.// Dio vide che era cosa buona./ Dio disse:/ «La terra produca germogli,// erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme,/ ciascuno secondo la propria specie».// E così avvenne./ E la terra produsse germogli,/ erbe che producono seme,/ ciascuna secondo la propria specie,/ e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme,/ secondo la propria specie./ Dio vide che era cosa buona./ E fu sera e fu mattina:/ terzo giorno.//
Dio disse:/ «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo,/ per separare il giorno dalla notte;/ siano segni per le feste,/ per i giorni e per gli anni/ e siano fonti di luce nel firmamento del cielo/ per illuminare la terra».// E così avvenne./ E Dio fece le due fonti di luce grandi:/ la fonte di luce maggiore per governare il giorno/ e la fonte di luce minore per governare la notte,/ e le stelle.// Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra/ e per governare il giorno e la notte/ e per separare la luce dalle tenebre.// Dio vide che era cosa buona./ E fu sera e fu mattina:/ quarto giorno.//
Dio disse:/ «Le acque brùlichino di esseri viventi/ e uccelli volino sopra la terra,/ davanti al firmamento del cielo».// Dio creò i grandi mostri marini/ e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque,/ secondo la loro specie,/ e tutti gli uccelli alati,/ secondo la loro specie.// Dio vide che era cosa buona./ Dio li benedisse:/ «Siate fecondi e moltiplicatevi/ e riempite le acque dei mari;/ gli uccelli si moltìplichino sulla terra».// E fu sera e fu mattina:/ quinto giorno.//
Dio disse:/ «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:/ bestiame,/ rettili e animali selvatici,/ secondo la loro specie»./ E così avvenne./ Dio fece gli animali selvatici,/ secondo la loro specie,/ il bestiame,/ secondo la propria specie,/ e tutti i rettili del suolo,/ secondo la loro specie.// Dio vide che era cosa buona.//
Dio disse:/ «Facciamo l’uomo a nostra immagine,/ secondo la nostra somiglianza:/ dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo,/ sul bestiame,/ su tutti gli animali selvatici/ e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».//
E Dio creò l’uomo a sua immagine;/
a immagine di Dio lo creò:/
maschio e femmina li creò.//
Dio li benedisse e Dio disse loro:/
«Siate fecondi e moltiplicatevi,/
riempite la terra e soggiogatela,/
dominate sui pesci del mare/ e sugli uccelli del cielo/
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».//
Dio disse:/ «Ecco,/ io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra,/ e ogni albero fruttifero che produce seme:/ saranno il vostro cibo.// A tutti gli animali selvatici,/ a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita,/ io do in cibo ogni erba verde».// E così avvenne./ Dio vide quanto aveva fatto,/ ed ecco,/ era cosa molto buona.// E fu sera e fu mattina:/ sesto giorno.///
Così furono portati a compimento il cielo e la terra/ e tutte le loro schiere.// Dio,/ nel settimo giorno,/ portò a compimento il lavoro che aveva fatto/ e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.

Salmo responsoriale
Sal 103
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.

Seconda lettura
Gen 22,1-18

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Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede

Dal libro della Gènesi

In quei giorni,/ Dio mise alla prova Abramo e gli disse:/ «Abramo!»./ Rispose:/ «Eccomi!»./ Riprese:/ «Prendi tuo figlio,/ il tuo unigenito che ami,/ Isacco,/ va’ nel territorio di Mòria/ e offrilo in olocausto su di un monte/ che io ti indicherò».//
Abramo si alzò di buon mattino,/ sellò l’asino,/ prese con sé due servi e il figlio Isacco,/ spaccò la legna per l’olocausto/ e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.// Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi/ e da lontano vide quel luogo.// Allora Abramo disse ai suoi servi:/ «Fermatevi qui con l’asino;/ io e il ragazzo andremo fin lassù,/ ci prostreremo e poi ritorneremo da voi».// Abramo prese la legna dell’olocausto/ e la caricò sul figlio Isacco,/ prese in mano il fuoco e il coltello,/ poi proseguirono tutti e due insieme.//
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse:/ «Padre mio!»./ Rispose:/ «Eccomi,/ figlio mio»./ Riprese:/ «Ecco qui il fuoco e la legna,/ ma dov’è l’agnello per l’olocausto?».// Abramo rispose:/ «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto,/ figlio mio!».// Proseguirono tutti e due insieme./ Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato;/ qui Abramo costruì l’altare,/ collocò la legna,/ legò suo figlio Isacco/ e lo depose sull’altare,/ sopra la legna.// Poi Abramo stese la mano/ e prese il coltello per immolare suo figlio.//
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo/ e gli disse:/ «Abramo,/ Abramo!».// Rispose:/ «Eccomi!»./ L’angelo disse:/ «Non stendere la mano contro il ragazzo/ e non fargli niente!/ Ora so che tu temi Dio/ e non mi hai rifiutato tuo figlio,/ il tuo unigenito».//
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete,/ impigliato con le corna in un cespuglio.// Abramo andò a prendere l’ariete/ e lo offrì in olocausto invece del figlio.//
Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»;/ perciò oggi si dice:/ «Sul monte il Signore si fa vedere».//
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta/ e disse:/ «Giuro per me stesso,/ oracolo del Signore:/ perché tu hai fatto questo/ e non hai risparmiato tuo figlio,/ il tuo unigenito,/ io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza,/ come le stelle del cielo/ e come la sabbia che è sul lido del mare;/ la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici.// Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra,/ perché tu hai obbedito alla mia voce».

Salmo responsoriale
Sal 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Terza lettura
Es 14,15- 15,1

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Gli Israeliti camminarono sull’asciutto in mezzo al mare.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni,/ il Signore disse a Mosè:/ «Perché gridi verso di me?/ Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino.// Tu intanto alza il bastone,/ stendi la mano sul mare e dividilo,/ perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto.// Ecco,/ io rendo ostinato il cuore degli Egiziani,/ così che entrino dietro di loro/ e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito,/ sui suoi carri e sui suoi cavalieri.// Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore,/ quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone,/ i suoi carri e i suoi cavalieri».//
L’angelo di Dio,/ che precedeva l’accampamento d’Israele,/ cambiò posto e passò indietro.// Anche la colonna di nube si mosse/ e dal davanti passò dietro.// Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele.// La nube era tenebrosa per gli uni,/ mentre per gli altri illuminava la notte;/ così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.//
Allora Mosè stese la mano sul mare./ E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente,/ rendendolo asciutto;/ le acque si divisero.// Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto,/ mentre le acque erano per loro un muro/ a destra e a sinistra.// Gli Egiziani li inseguirono,/ e tutti i cavalli del faraone,/ i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro/ in mezzo al mare.//
Ma alla veglia del mattino il Signore,/ dalla colonna di fuoco e di nube,/ gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani/ e lo mise in rotta.// Frenò le ruote dei loro carri,/ così che a stento riuscivano a spingerle.// Allora gli Egiziani dissero:/ «Fuggiamo di fronte a Israele,/ perché il Signore combatte per loro/ contro gli Egiziani!».//
Il Signore disse a Mosè:/ «Stendi la mano sul mare:/ le acque si riversino sugli Egiziani,/ sui loro carri e i loro cavalieri».// Mosè stese la mano sul mare e il mare,/ sul far del mattino,/ tornò al suo livello consueto,/ mentre gli Egiziani,/ fuggendo,/ gli si dirigevano contro.// Il Signore li travolse così in mezzo al mare.// Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone,/ che erano entrati nel mare dietro a Israele:/ non ne scampò neppure uno.// Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare,/ mentre le acque erano per loro un muro/ a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:

Salmo responsoriale
Es 15,1-7a.17-18
Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria!

«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!

Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.

Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico.

Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
Il Signore regni
in eterno e per sempre!».

Quarta lettura
Is 54,5-14

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Con affetto perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te

Dal libro del profeta Isaìa

Tuo sposo è il tuo creatore,/
Signore degli eserciti è il suo nome;/
tuo redentore è il Santo d’Israele,/
è chiamato Dio di tutta la terra.//

Come una donna abbandonata
e con l’animo afflitto,/ ti ha richiamata il Signore.//
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?/
– dice il tuo Dio.//
Per un breve istante ti ho abbandonata,/
ma ti raccoglierò con immenso amore.//
In un impeto di collera/
ti ho nascosto per un poco il mio volto;/
ma con affetto perenne
ho avuto pietà di te,/
dice il tuo redentore,/ il Signore.//

Ora è per me come ai giorni di Noè,/
quando giurai/ che non avrei più riversato
le acque di Noè sulla terra;/
così ora giuro di non più adirarmi con te/
e di non più minacciarti.//
Anche se i monti si spostassero/ e i colli vacillassero,/
non si allontanerebbe da te il mio affetto,/
né vacillerebbe/ la mia alleanza di pace,/
dice il Signore/ che ti usa misericordia.//

Afflitta,/ percossa dal turbine,/ sconsolata,/
ecco io pongo sullo stibio le tue pietre/
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.//
Farò di rubini la tua merlatura,/
le tue porte saranno di berilli,/
tutta la tua cinta/ sarà di pietre preziose.//

Tutti i tuoi figli/ saranno discepoli del Signore,/
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;/
sarai fondata sulla giustizia.//
Tieniti lontana dall’oppressione,/ perché non dovrai temere,/
dallo spavento,/ perché non ti si accosterà.

Salmo responsoriale
Sal 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Quinta lettura
Is 55,1-11

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Venite a me e vivrete; stabilirò per voi un’alleanza eterna

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:/
«O voi tutti assetati,/ venite all’acqua,/
voi che non avete denaro,/ venite;/
comprate e mangiate;/ venite,/ comprate
senza denaro,/ senza pagare,/ vino e latte./
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,/
il vostro guadagno/ per ciò che non sazia?/
Su,/ ascoltatemi e mangerete cose buone/
e gusterete cibi succulenti.//
Porgete l’orecchio e venite a me,/
ascoltate e vivrete.//
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,/
i favori assicurati a Davide.//
Ecco,/ l’ho costituito testimone fra i popoli,/
principe e sovrano sulle nazioni.//
Ecco,/ tu chiamerai gente che non conoscevi;/
accorreranno a te/ nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore,/ tuo Dio,/
del Santo d’Israele,/ che ti onora.//
Cercate il Signore,/ mentre si fa trovare,/
invocàtelo,/ mentre è vicino.//
L’empio abbandoni la sua via/
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;/
ritorni al Signore/ che avrà misericordia di lui/
e al nostro Dio/ che largamente perdona.//
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,/
le vostre vie/ non sono le mie vie./ Oracolo del Signore.//
Quanto il cielo sovrasta la terra,/
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,/
i miei pensieri/ sovrastano i vostri pensieri.//
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo/
e non vi ritornano/ senza avere irrigato la terra,/
senza averla fecondata e fatta germogliare,/
perché dia il seme a chi semina/
e il pane a chi mangia,/
così sarà della mia parola/ uscita dalla mia bocca:/
non ritornerà a me senza effetto,/
senza aver operato ciò che desidero/
e senza aver compiuto/ ciò per cui l’ho mandata».

Salmo responsoriale
Is 12,2-6
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Sesta lettura
Bar 3,9-15.32 – 4,4

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Cammina allo splendore della luce del Signore

Dal libro del profeta Baruc

Ascolta,/ Israele,/ i comandamenti della vita,/
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.//
Perché,/ Israele?/ Perché ti trovi in terra nemica/
e sei diventato vecchio in terra straniera?/
Perché ti sei contaminato con i morti/
e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi?//
Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!//
Se tu avessi camminato nella via di Dio,/
avresti abitato per sempre nella pace.//
Impara dov’è la prudenza,/
dov’è la forza,/ dov’è l’intelligenza,/
per comprendere anche/ dov’è la longevità e la vita,/
dov’è la luce degli occhi/ e la pace.//
Ma chi ha scoperto la sua dimora,/
chi è penetrato nei suoi tesori?//
Ma colui che sa tutto,/ la conosce/
e l’ha scrutata con la sua intelligenza,/
colui che ha formato la terra per sempre/
e l’ha riempita di quadrupedi,/
colui che manda la luce/ ed essa corre,/
l’ha chiamata,/ ed essa gli ha obbedito con tremore.//
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia/
e hanno gioito;//
egli le ha chiamate ed hanno risposto:/ «Eccoci!»,/
e hanno brillato di gioia/ per colui che le ha create.//
Egli è il nostro Dio,/
e nessun altro può essere confrontato con lui.//
Egli ha scoperto ogni via della sapienza/
e l’ha data a Giacobbe,/ suo servo,/
a Israele,/ suo amato.//
Per questo è apparsa sulla terra/
e ha vissuto fra gli uomini.//
Essa è il libro dei decreti di Dio/
e la legge che sussiste in eterno;/
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita,/
quanti l’abbandonano moriranno.//
Ritorna,/ Giacobbe,/ e accoglila,/
cammina allo splendore della sua luce.//
Non dare a un altro la tua gloria/
né i tuoi privilegi/ a una nazione straniera.//
Beati siamo noi,/ o Israele,/
perché ciò che piace a Dio/ è da noi conosciuto.

Salmo responsoriale
Sal 18
Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Settima lettura
Ez 36,16-17a.18-28

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Vi aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo

Dal libro del profeta Ezechièle

Mi fu rivolta questa parola del Signore:/
«Figlio dell’uomo,/ la casa d’Israele,/ quando abitava la sua terra,/ la rese impura con la sua condotta/ e le sue azioni.// Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese/ e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato.// Li ho dispersi fra le nazioni/ e sono stati dispersi in altri territori:/ li ho giudicati secondo la loro condotta/ e le loro azioni.//
Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti/ e profanarono il mio nome santo,/ perché di loro si diceva:/ “Costoro sono il popolo del Signore/ e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”.// Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo,/ che la casa d’Israele aveva profanato/ fra le nazioni presso le quali era giunta.//
Perciò annuncia alla casa d’Israele:/ “Così dice il Signore Dio:/ Io agisco non per riguardo a voi,/ casa d’Israele,/ ma per amore del mio nome santo,/ che voi avete profanato/ fra le nazioni presso le quali siete giunti.// Santificherò il mio nome grande,/ profanato fra le nazioni,/ profanato da voi in mezzo a loro.// Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore/ – oracolo del Signore Dio/ –, quando mostrerò la mia santità in voi/ davanti ai loro occhi.//
Vi prenderò dalle nazioni,/ vi radunerò da ogni terra/ e vi condurrò sul vostro suolo.// Vi aspergerò con acqua pura/ e sarete purificati;/ io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli;/ vi darò un cuore nuovo,/ metterò dentro di voi uno spirito nuovo,/ toglierò da voi il cuore di pietra/ e vi darò un cuore di carne.//
Porrò il mio spirito dentro di voi/ e vi farò vivere secondo le mie leggi/ e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme.// Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri;/ voi sarete il mio popolo/ e io sarò il vostro Dio”».

Salmo responsoriale
Sal 41
Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? .

Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

Oppure (quando si celebra il Battesimo):
Da Is 12, 1-6

Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele. giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele.

Epistola
Rm 6,3-11

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Cristo risorto dai morti non muore più.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli,/ non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù,/ siamo stati battezzati nella sua morte?//
Per mezzo del battesimo dunque/ siamo stati sepolti insieme a lui nella morte/ affinché,/ come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre,/ così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.// Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui/ a somiglianza della sua morte,/ lo saremo anche/ a somiglianza della sua risurrezione.//
Lo sappiamo:/ l’uomo vecchio che è in noi/ è stato crocifisso con lui,/ affinché fosse reso inefficace/ questo corpo di peccato,/ e noi non fossimo più schiavi del peccato.// Infatti chi è morto,/ è liberato dal peccato.//
Ma se siamo morti con Cristo,/ crediamo che anche vivremo con lui,/ sapendo che Cristo,/ risorto dai morti,/ non muore più;/ la morte non ha più potere su di lui.// Infatti egli morì,/ e morì per il peccato una volta per tutte;/ ora invece vive,/ e vive per Dio.// Così anche voi consideratevi morti al peccato,/ ma viventi per Dio,/ in Cristo Gesù.

Salmo responsoriale
Sal 117
Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Vangelo
Mc 16,1-7

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Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.

+ Dal Vangelo secondo Marco

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.

Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.

Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

5 aprile 2009 – Domenica delle Palme – Anno B – Letture in mp3 – Audio

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Il commento della Fraternità Gesù Risorto di Tavodo

Prima lettura

Is 50,4-7

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Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso. (Terzo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore Dio/ mi ha dato una lingua da discepolo,/
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.//
Ogni mattina fa attento il mio orecchio/
perché io ascolti come i discepoli.//
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio/
e io non ho opposto resistenza,/
non mi sono tirato indietro./
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,/
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;/
non ho sottratto la faccia/
agli insulti e agli sputi.//
Il Signore Dio mi assiste,/
per questo non resto svergognato,/
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,/
sapendo di non restare confuso.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 21

Rit.: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Seconda lettura

Fil 2,6-11

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Cristo umiliò se stesso, per questo Dio l’ha esaltato

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Cristo Gesù,/ pur essendo nella condizione di Dio,/
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,/
ma svuotò se stesso/
assumendo una condizione di servo,/
diventando simile agli uomini.//
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,/
umiliò se stesso/
facendosi obbediente fino alla morte/
e a una morte di croce.//
Per questo Dio lo esaltò/
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,/
perché nel nome di Gesù/
ogni ginocchio si pieghi/
nei cieli,/ sulla terra/ e sotto terra,/
e ogni lingua proclami:/
«Gesù Cristo è Signore!»,/
a gloria di Dio Padre.

Vangelo

Mc 14,1-15,47

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La passione del Signore

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

29 marzo 2009 – Va di Quaresima – Anno B – Letture con audio mp3

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Prima lettura
Ger 31,31-34

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Concluderò un’alleanza nuova e non ricorderò più il peccato.

Dal libro del profeta Geremìa

Ecco,/ verranno giorni/ – oracolo del Signore/ –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda/ concluderò un’alleanza nuova.// Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri,/ quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto,/ alleanza che essi hanno infranto,/ benché io fossi loro Signore./ Oracolo del Signore.//
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele/ dopo quei giorni/ – oracolo del Signore/ –: porrò la mia legge dentro di loro,/ la scriverò sul loro cuore.// Allora io sarò il loro Dio/ ed essi saranno il mio popolo.// Non dovranno più istruirsi l’un l’altro,/ dicendo:/ «Conoscete il Signore»,/ perché tutti mi conosceranno,/ dal più piccolo al più grande/ – oracolo del Signore/ –, poiché io perdonerò la loro iniquità/ e non ricorderò più/ il loro peccato.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 50

Rit.:Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Seconda lettura
Eb 5,7-9

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Imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.

Dalla lettera agli Ebrei

Cristo,/ nei giorni della sua vita terrena,/ offrì preghiere e suppliche,/ con forti grida e lacrime,/ a Dio che poteva salvarlo da morte/ e,/ per il suo pieno abbandono a lui,/ venne esaudito.//
Pur essendo Figlio,/ imparò l’obbedienza da ciò che patì e,/ reso perfetto,/ divenne causa di salvezza eterna/ per tutti coloro/ che gli obbediscono.

Vangelo
Gv 12,20-33

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Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Un articolo sul Ministero del Lettore – 136

Molto interessante e anche simpatico l’articolo sul Ministero del Lettore di Mons. Alberto Albertazzi, Direttore dell’Ufficio liturgico diocesano di Vercelli e Direttore della Commissione Liturgica Regionale del Piemonte, pubblicato sul numero di febbraio 2009 del Notiziario dell’Ufficio Liturgico Nazionale (pp.49-54), dedicato all’incontro dei Direttori degli Uffici liturgici diocesani nel primo triennio del loro mandato, tenutosi a Roma nel novembre 2008.

22 marzo 2009 – IVa di Quaresima – Anno B – 135

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Il commento della Fraternità Gesù Risorto di Tavodo
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Prima lettura – Audio
2Cr 36,14-16.19-23

Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.

Dal secondo libro delle Cronache

In quei giorni,/ tutti i capi di Giuda,/ i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà,/ imitando in tutto gli abomini degli altri popoli,/ e contaminarono il tempio,/ che il Signore si era consacrato a Gerusalemme.//
Il Signore,/ Dio dei loro padri,/ mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli,/ perché aveva compassione del suo popolo/ e della sua dimora.// Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio,/ disprezzarono le sue parole/ e schernirono i suoi profeti/ al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine,/ senza più rimedio.// Quindi/ [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore,/ demolirono le mura di Gerusalemme/ e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi/ e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.// 
Il re [dei Caldèi]/ deportò a Babilonia gli scampati alla spada,/ che divennero schiavi suoi e dei suoi figli/ fino all’avvento del regno persiano,/ attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa:/ «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati,/ essa riposerà per tutto il tempo della desolazione/ fino al compiersi di settanta anni».//
Nell’anno primo di Ciro,/ re di Persia,/ perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa,/ il Signore suscitò lo spirito di Ciro,/ re di Persia,/

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che fece proclamare per tutto il suo regno,/ anche per iscritto:/ «Così dice Ciro,/ re di Persia:/ “Il Signore,/ Dio del cielo,/ mi ha concesso tutti i regni della terra.// Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme,/ che è in Giuda.// Chiunque di voi appartiene al suo popolo,/ il Signore,/ suo Dio,/ sia con lui e salga!”».

Salmo responsoriale
Sal 136

Rit.: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.

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Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.

Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.

Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.

Seconda lettura – Audio
Ef 2,4-10

Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli,/ Dio,/ ricco di misericordia,/ per il grande amore con il quale ci ha amato,/ da morti che eravamo per le colpe,/ ci ha fatto rivivere con Cristo:/ per grazia siete salvati.//
Con lui ci ha anche risuscitato/ e ci ha fatto sedere nei cieli,/ in Cristo Gesù,/ per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia/ mediante la sua bontà verso di noi/ in Cristo Gesù.//
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede;/ e ciò non viene da voi,/ ma è dono di Dio;/ né viene dalle opere,/ perché nessuno possa vantarsene.// Siamo infatti opera sua,/ creati in Cristo Gesù per le opere buone,/ che Dio ha preparato/ perché in esse camminassimo.

Vangelo – Audio
Gv 3,14-21

Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

15 marzo 2009 – IIIa di Quaresima – Anno B – 134

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Commento della Fraternità Gesù Risorto di Tavodo
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Prima lettura – Audio
Es 20,1-17

La legge fu data per mezzo di Mosè.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni,/ Dio pronunciò tutte queste parole:/ «Io sono il Signore,/ tuo Dio,/ che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto,/ dalla condizione servile://
Non avrai altri dèi di fronte a me.//
Non ti farai idolo/ né immagine alcuna/ di quanto è lassù nel cielo,/ né di quanto è quaggiù sulla terra,/ né di quanto è nelle acque sotto la terra.// Non ti prostrerai davanti a loro/ e non li servirai.// Perché io,/ il Signore,/ tuo Dio,/ sono un Dio geloso,/ che punisce la colpa dei padri nei figli/ fino alla terza e alla quarta generazione,/ per coloro che mi odiano,/ ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni,/ per quelli che mi amano/ e osservano i miei comandamenti.// 
Non pronuncerai invano il nome del Signore,/ tuo Dio,/ perché il Signore non lascia impunito/ chi pronuncia il suo nome invano.//
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo./ Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro;/ ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore,/ tuo Dio:/ non farai alcun lavoro,/ né tu né tuo figlio né tua figlia,/ né il tuo schiavo né la tua schiava,/ né il tuo bestiame,/ né il forestiero che dimora presso di te.// Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare/ e quanto è in essi,/ ma si è riposato il settimo giorno.// Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato/ e lo ha consacrato.//
Onora tuo padre e tua madre,/ perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore,/ tuo Dio,/ ti dà.//
Non ucciderai.//
Non commetterai adulterio.//
Non ruberai.//
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.//
Non desidererai la casa del tuo prossimo.// Non desidererai la moglie del tuo prossimo,/ né il suo schiavo né la sua schiava,/ né il suo bue/ né il suo asino,/ né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Salmo responsoriale
Sal 18

Rit.: Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Seconda lettura – Audio
1Cor 1,22-25

Annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli,/ mentre i Giudei chiedono segni/ e i Greci cercano sapienza,/ noi invece annunciamo Cristo crocifisso:/ scandalo per i Giudei/ e stoltezza per i pagani;// ma per coloro che sono chiamati,/ sia Giudei che Greci,/ Cristo è potenza di Dio/ e sapienza di Dio.//
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini,/ e ciò che è debolezza di Dio/ è più forte degli uomini.

Vangelo – Audio
Gv 2,13-25

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

8 marzo 2009 – IIa di Quaresima – Anno B – 132

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Prima lettura –
Audio
Gen 22,1-2.9.10-13.15-18

Il sacrificio del nostro padre Abramo.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni,/ Dio mise alla prova Abramo/ e gli disse:/ «Abramo!»./ Rispose:/ «Eccomi!»./ Riprese:/ «Prendi tuo figlio,/ il tuo unigenito che ami,/ Isacco,/ va’ nel territorio di Mòria/ e offrilo in olocausto/ su di un monte che io ti indicherò»./
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato;/ qui Abramo costruì l’altare,/ collocò la legna.// Poi Abramo stese la mano/ e prese il coltello per immolare suo figlio.// Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo/ e gli disse:/ «Abramo,/ Abramo!».// Rispose:/ «Eccomi!»./ L’angelo disse:/ «Non stendere la mano contro il ragazzo/ e non fargli niente!// Ora so che tu temi Dio/ e non mi hai rifiutato tuo figlio,/ il tuo unigenito».//
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete,/ impigliato con le corna in un cespuglio.// Abramo andò a prendere l’ariete/ e lo offrì in olocausto/ invece del figlio.//  
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta/ e disse:/ «Giuro per me stesso,/ oracolo del Signore:/ perché tu hai fatto quest/ e non hai risparmiato tuo figlio,/ il tuo unigenito,/ io ti colmerò di benedizioni/ e renderò molto numerosa la tua discendenza,/ come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare;/ la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici.// Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra,/ perché tu hai obbedito/ alla mia voce».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 115

Rit.:Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.


Seconda lettura –
Audio
Rm 8,31-34

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli,/ se Dio è per noi,/ chi sarà contro di noi?// Egli,/ che non ha risparmiato il proprio Figlio,/ ma lo ha consegnato per tutti noi,/ non ci donerà forse ogni cosa/ insieme a lui?//
Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto?/ Dio è colui che giustifica!// Chi condannerà?/ Cristo Gesù è morto,/ anzi è risorto,/ sta alla destra di Dio/ e intercede per noi!

Vangelo – Audio
Mc 9,2-10

Questi è il Figlio mio, l’amato.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.