In quei giorni,/ Pietro,/ colmato di Spirito Santo,/ disse loro:/
«Capi del popolo e anziani,/ visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo,/ e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato,/ sia noto a tutti voi/ e a tutto il popolo d’Israele:/ nel nome di Gesù Cristo il Nazareno,/ che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti,/ costui vi sta innanzi risanato.//
Questo Gesù è la pietra,/ che è stata scartata da voi,/ costruttori,/ e che è diventata la pietra d’angolo.//
In nessun altro c’è salvezza;/ non vi è infatti,/ sotto il cielo,/ altro nome dato agli uomini,/ nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto) Sal 117
Rit.: La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Carissimi,/ vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio,/ e lo siamo realmente!// Per questo il mondo non ci conosce:/ perché non ha conosciuto lui.//
Carissimi,/ noi fin d’ora siamo figli di Dio,/ ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.// Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato,/ noi saremo simili a lui,/ perché lo vedremo così come egli è.
Canto al Vangelo (Gv 10,14) Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia.
In quel tempo,/ Gesù disse:/ «Io sono il buon pastore.// Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.// Il mercenario/ – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono/ – vede venire il lupo,/ abbandona le pecore e fugge,/ e il lupo le rapisce e le disperde;// perché è un mercenario/ e non gli importa delle pecore.//
Io sono il buon pastore,/ conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,/ così come il Padre conosce me/ e io conosco il Padre,/ e do la mia vita per le pecore.// E ho altre pecore che non provengono da questo recinto:/ anche quelle io devo guidare.// Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge,/ un solo pastore.//
Per questo il Padre mi ama:/ perché io do la mia vita,/ per poi riprenderla di nuovo.// Nessuno me la toglie:/ io la do da me stesso.// Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.// Questo è il comando/ che ho ricevuto dal Padre mio».
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti/ aveva un cuore solo e un’anima sola/ e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva,/ ma fra loro/ tutto era comune.//
Con grande forza/ gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù/ e tutti godevano di grande favore.//
Nessuno infatti tra loro era bisognoso,/ perché quanti possedevano campi o case/ li vendevano,/ portavano il ricavato di ciò che era stato venduto/ e lo deponevano ai piedi degli apostoli;/ poi veniva distribuito a ciascuno/ secondo il suo bisogno.
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto) Sal 117
Rit.:Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Carissimi,/ chiunque crede che Gesù è il Cristo,/ è stato generato da Dio;/ e chi ama colui che ha generato,/ ama anche/ chi da lui è stato generato.//
In questo conosciamo di amare i figli di Dio:/ quando amiamo Dio/ e osserviamo i suoi comandamenti.// In questo infatti consiste l’amore di Dio,/ nell’osservare i suoi comandamenti;/ e i suoi comandamenti non sono gravosi.//
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo;/ e questa è la vittoria che ha vinto il mondo:/ la nostra fede.//
E chi è che vince il mondo/ se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?// Egli è colui che è venuto con acqua e sangue,/ Gesù Cristo;/ non con l’acqua soltanto,/ ma con l’acqua e con il sangue.// Ed è lo Spirito che dà testimonianza,/ perché lo Spirito/ è la verità.
Canto al Vangelo (Gv 20,29) Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia.
La sera di quel giorno,/ il primo della settimana,/ mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli/ per timore dei Giudei,/ venne Gesù,/ stette in mezzo e disse loro:/ «Pace a voi!».// Detto questo,/ mostrò loro le mani e il fianco.// E i discepoli gioirono al vedere il Signore.//
Gesù disse loro di nuovo:/ «Pace a voi!/ Come il Padre ha mandato me,/ anche io mando voi».// Detto questo,/ soffiò e disse loro:/ «Ricevete lo Spirito Santo./ A coloro a cui perdonerete i peccati,/ saranno perdonati;/ a coloro a cui non perdonerete,/ non saranno perdonati».//
Tommaso,/ uno dei Dodici,/ chiamato Dìdimo,/ non era con loro quando venne Gesù.// Gli dicevano gli altri discepoli:/ «Abbiamo visto il Signore!».// Ma egli disse loro:/ «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi/ e non metto il mio dito nel segno dei chiodi/ e non metto la mia mano nel suo fianco,/ io non credo».//
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa/ e c’era con loro anche Tommaso.// Venne Gesù,/ a porte chiuse,/ stette in mezzo e disse:/ «Pace a voi!».// Poi disse a Tommaso:/ «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani;/ tendi la tua mano e mettila nel mio fianco;/ e non essere incredulo,/ ma credente!».// Gli rispose Tommaso:/ «Mio Signore e mio Dio!».// Gesù gli disse:/ «Perché mi hai veduto,/ tu hai creduto;/ beati quelli che non hanno visto/ e hanno creduto!».//
Gesù,/ in presenza dei suoi discepoli,/ fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro.// Ma questi sono stati scritti/ perché crediate che Gesù è il Cristo,/ il Figlio di Dio,/ e perché,/ credendo,/ abbiate la vita/ nel suo nome.
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso. (Terzo canto del Servo del Signore)
Dal libro del profeta Isaìa
Il Signore Dio/ mi ha dato una lingua da discepolo,/
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.//
Ogni mattina fa attento il mio orecchio/
perché io ascolti come i discepoli.//
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio/
e io non ho opposto resistenza,/
non mi sono tirato indietro./
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,/
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;/
non ho sottratto la faccia/
agli insulti e agli sputi.//
Il Signore Dio mi assiste,/
per questo non resto svergognato,/
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,/
sapendo di non restare confuso.
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 21
Rit.: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».
Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio l’ha esaltato
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Cristo Gesù,/ pur essendo nella condizione di Dio,/
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,/
ma svuotò se stesso/
assumendo una condizione di servo,/
diventando simile agli uomini.//
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,/
umiliò se stesso/
facendosi obbediente fino alla morte/
e a una morte di croce.//
Per questo Dio lo esaltò/
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,/
perché nel nome di Gesù/
ogni ginocchio si pieghi/
nei cieli,/ sulla terra/ e sotto terra,/
e ogni lingua proclami:/
«Gesù Cristo è Signore!»,/
a gloria di Dio Padre.
Canto al Vangelo (Fil 2,8-9) Gloria e lode a te, o Cristo!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte,
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome. Gloria e lode a te, o Cristo!
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.
Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.
Dal secondo libro delle Cronache
In quei giorni,/ tutti i capi di Giuda,/ i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà,/ imitando in tutto gli abomini degli altri popoli,/ e contaminarono il tempio,/ che il Signore si era consacrato a Gerusalemme.//
Il Signore,/ Dio dei loro padri,/ mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli,/ perché aveva compassione del suo popolo/ e della sua dimora.// Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio,/ disprezzarono le sue parole/ e schernirono i suoi profeti/ al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine,/ senza più rimedio.// Quindi/ [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore,/ demolirono le mura di Gerusalemme/ e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi/ e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.//
Il re [dei Caldèi]/ deportò a Babilonia gli scampati alla spada,/ che divennero schiavi suoi e dei suoi figli/ fino all’avvento del regno persiano,/ attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa:/ «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati,/ essa riposerà per tutto il tempo della desolazione/ fino al compiersi di settanta anni».//
Nell’anno primo di Ciro,/ re di Persia,/ perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa,/ il Signore suscitò lo spirito di Ciro,/ re di Persia,/ che fece proclamare per tutto il suo regno,/ anche per iscritto:/ «Così dice Ciro,/ re di Persia:/ “Il Signore,/ Dio del cielo,/ mi ha concesso tutti i regni della terra.// Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme,/ che è in Giuda.// Chiunque di voi appartiene al suo popolo,/ il Signore,/ suo Dio,/ sia con lui e salga!”».
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto) Sal 136
Rit.: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.
Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli,/ Dio,/ ricco di misericordia,/ per il grande amore con il quale ci ha amato,/ da morti che eravamo per le colpe,/ ci ha fatto rivivere con Cristo:/ per grazia siete salvati.//
Con lui ci ha anche risuscitato/ e ci ha fatto sedere nei cieli,/ in Cristo Gesù,/ per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia/ mediante la sua bontà verso di noi/ in Cristo Gesù.//
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede;/ e ciò non viene da voi,/ ma è dono di Dio;/ né viene dalle opere,/ perché nessuno possa vantarsene.// Siamo infatti opera sua,/ creati in Cristo Gesù per le opere buone,/ che Dio ha preparato/ perché in esse camminassimo.
Canto al Vangelo (Gv 3,16) Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo,/ Gesù disse a Nicodèmo:/
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto,/ così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,/ perché chiunque crede in lui/ abbia la vita eterna.//
Dio infatti ha tanto amato il mondo/ da dare il Figlio unigenito/ perché chiunque crede in lui non vada perduto,/ ma abbia la vita eterna.// Dio,/ infatti,/ non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo,/ ma perché il mondo sia salvato/ per mezzo di lui.// Chi crede in lui non è condannato;/ ma chi non crede/ è già stato condannato,/ perché non ha creduto/ nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.//
E il giudizio è questo:/ la luce è venuta nel mondo,/ ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce,/ perché le loro opere/ erano malvagie.// Chiunque infatti fa il male,/ odia la luce,/ e non viene alla luce/ perché le sue opere non vengano riprovate.// Invece chi fa la verità/ viene verso la luce,/ perché appaia chiaramente/ che le sue opere/ sono state fatte in Dio».
In quei giorni,/ Dio mise alla prova Abramo/ e gli disse:/ «Abramo!»./ Rispose:/ «Eccomi!»./ Riprese:/ «Prendi tuo figlio,/ il tuo unigenito che ami,/ Isacco,/ va’ nel territorio di Mòria/ e offrilo in olocausto/ su di un monte che io ti indicherò»./
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato;/ qui Abramo costruì l’altare,/ collocò la legna.// Poi Abramo stese la mano/ e prese il coltello per immolare suo figlio.// Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo/ e gli disse:/ «Abramo,/ Abramo!».// Rispose:/ «Eccomi!»./ L’angelo disse:/ «Non stendere la mano contro il ragazzo/ e non fargli niente!// Ora so che tu temi Dio/ e non mi hai rifiutato tuo figlio,/ il tuo unigenito».//
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete,/ impigliato con le corna in un cespuglio.// Abramo andò a prendere l’ariete/ e lo offrì in olocausto/ invece del figlio.//
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta/ e disse:/ «Giuro per me stesso,/ oracolo del Signore:/ perché tu hai fatto quest/ e non hai risparmiato tuo figlio,/ il tuo unigenito,/ io ti colmerò di benedizioni/ e renderò molto numerosa la tua discendenza,/ come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare;/ la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici.// Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra,/ perché tu hai obbedito/ alla mia voce».
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto) Sal 115
Rit.:Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
Fratelli,/ se Dio è per noi,/ chi sarà contro di noi?// Egli,/ che non ha risparmiato il proprio Figlio,/ ma lo ha consegnato per tutti noi,/ non ci donerà forse ogni cosa/ insieme a lui?//
Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto?/ Dio è colui che giustifica!// Chi condannerà?/ Cristo Gesù è morto,/ anzi è risorto,/ sta alla destra di Dio/ e intercede per noi!
Canto al Vangelo (Mc 9,7) Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!». Lode e onore a te, Signore Gesù!
In quel tempo,/ Gesù prese con sé Pietro,/ Giacomo e Giovanni/ e li condusse su un alto monte,/ in disparte,/ loro soli.//
Fu trasfigurato davanti a loro/ e le sue vesti divennero splendenti,/ bianchissime:// nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.// E apparve loro Elia con Mosè/ e conversavano con Gesù.// Prendendo la parola,/ Pietro disse a Gesù:/ «Rabbì,/ è bello per noi essere qui;/ facciamo tre capanne,/ una per te,/ una per Mosè e una per Elia».// Non sapeva infatti che cosa dire,/ perché erano spaventati.// Venne una nube che li coprì con la sua ombra/ e dalla nube uscì una voce:/ «Questi è il Figlio mio,/ l’amato:/ ascoltatelo!».// E improvvisamente,/ guardandosi attorno,/ non videro più nessuno,/ se non Gesù solo,/ con loro.//
Mentre scendevano dal monte,/ ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto,/ se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti.// Ed essi tennero fra loro la cosa,/ chiedendosi che cosa volesse dire/ risorgere dai morti.
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.
Dal libro del Levìtico
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:/
«Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore/ o una pustola/ o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra,/ quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne/ o da qualcuno dei sacerdoti,/ suoi figli.//
Il lebbroso colpito da piaghe/ porterà vesti strappate e il capo scoperto;/ velato fino al labbro superiore,/ andrà gridando:/ “Impuro!/ Impuro!”.//
Sarà impuro finché durerà in lui il male;/ è impuro,/ se ne starà solo,/ abiterà fuori dell’accampamento».
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto) Sal 31
Rit.:Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli,/ sia che mangiate sia che beviate/ sia che facciate qualsiasi altra cosa,/ fate tutto per la gloria di Dio.//
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei,/ né ai Greci,/ né alla Chiesa di Dio;/ così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto,/ senza cercare il mio interesse/ ma quello di molti,/ perché giungano alla salvezza.//
Diventate miei imitatori,/ come io/ lo sono di Cristo.
Canto al Vangelo (Lc 7,16) Alleluia, alleluia. Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia.
In quel tempo,/ venne da Gesù un lebbroso,/ che lo supplicava in ginocchio e gli diceva:/ «Se vuoi,/ puoi purificarmi!».// Ne ebbe compassione,/ tese la mano,/ lo toccò e gli disse:/ «Lo voglio,/ sii purificato!».// E subito la lebbra scomparve da lui/ ed egli fu purificato.// E,/ ammonendolo severamente,/ lo cacciò via subito e gli disse:/ «Guarda di non dire niente a nessuno;/ va’,/ invece,/ a mostrarti al sacerdote/ e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto,/ come testimonianza per loro». // Ma quello si allontanò/ e si mise a proclamare e a divulgare il fatto,/ tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città,/ ma rimaneva fuori,/ in luoghi deserti;// e venivano a lui/ da ogni parte.
Giobbe parlò e disse:/
«L’uomo non compie forse/ un duro servizio sulla terra/
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?//
Come lo schiavo sospira l’ombra/
e come il mercenario aspetta il suo salario,/
così a me sono toccati mesi d’illusione/
e notti di affanno/ mi sono state assegnate.//
Se mi corico dico:/ “Quando mi alzerò?”.//
La notte si fa lunga/ e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.//
I miei giorni scorrono più veloci d’una spola,/
svaniscono/ senza un filo di speranza.//
Ricòrdati che un soffio è la mia vita:/
il mio occhio/ non rivedrà più il bene».
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 146
Rit.:Risanaci, Signore, Dio della vita.
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli,/ annunciare il Vangelo non è per me un vanto,/ perché è una necessità che mi si impone:/ guai a me/ se non annuncio il Vangelo! //
Se lo faccio di mia iniziativa,/ ho diritto alla ricompensa;/ ma se non lo faccio di mia iniziativa,/ è un incarico che mi è stato affidato.// Qual è dunque la mia ricompensa?/ Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo/ senza usare il diritto/ conferitomi dal Vangelo.//
Infatti,/ pur essendo libero da tutti,/ mi sono fatto servo di tutti/ per guadagnarne il maggior numero.// Mi sono fatto debole per i deboli,/ per guadagnare i deboli;/ mi sono fatto tutto per tutti,/ per salvare a ogni costo qualcuno.// Ma tutto io faccio per il Vangelo,/ per diventarne partecipe anch’io.
Canto al Vangelo (Mt 8,17) Alleluia, alleluia. Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie. Alleluia.
In quel tempo,/ Gesù,/ uscito dalla sinagoga,/ subito andò nella casa di Simone e Andrea,/ in compagnia di Giacomo e Giovanni.// La suocera di Simone era a letto con la febbre/ e subito gli parlarono di lei.// Egli si avvicinò/ e la fece alzare prendendola per mano;// la febbre la lasciò/ ed ella li serviva.//
Venuta la sera,/ dopo il tramonto del sole,/ gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.// Tutta la città era riunita davanti alla porta.// Guarì molti che erano affetti da varie malattie/ e scacciò molti demòni;/ ma non permetteva ai demòni di parlare,/ perché lo conoscevano.//
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio/ e,/ uscito,/ si ritirò in un luogo deserto,/ e là pregava.// Ma Simone/ e quelli che erano con lui/ si misero sulle sue tracce.// Lo trovarono e gli dissero:/ «Tutti ti cercano!».// Egli disse loro:/ «Andiamocene altrove,/ nei villaggi vicini,/ perché io predichi anche là;/ per questo infatti sono venuto!».//
E andò per tutta la Galilea,/ predicando nelle loro sinagoghe/ e scacciando i demòni.
Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.
Dal libro del Deuterònomio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Il Signore,/ tuo Dio,/ susciterà per te,/ in mezzo a te,/ tra i tuoi fratelli,/ un profeta pari a me.// A lui darete ascolto.//
Avrai così quanto hai chiesto al Signore,/ tuo Dio,/ sull’Oreb,/ il giorno dell’assemblea,/ dicendo:/ “Che io non oda più la voce del Signore,/ mio Dio,/ e non veda più questo grande fuoco,/ perché non muoia”.//
Il Signore mi rispose:/ “Quello che hanno detto,/ va bene./ Io susciterò loro un profeta/ in mezzo ai loro fratelli/ e gli porrò in bocca le mie parole/ ed egli dirà loro quanto io gli comanderò.// Se qualcuno non ascolterà le parole/ che egli dirà in mio nome,/ io gliene domanderò conto.// Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome/ una cosa che io non gli ho comandato di dire,/ o che parlerà in nome di altri dèi,/ quel profeta dovrà morire”».
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 94
Rit.: Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli,/ io vorrei che foste senza preoccupazioni:/ chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore,/ come possa piacere al Signore;/ chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo,/ come possa piacere alla moglie,/ e si trova diviso!//
Così la donna non sposata,/ come la vergine,/ si preoccupa delle cose del Signore,/ per essere santa nel corpo e nello spirito;/ la donna sposata invece/ si preoccupa delle cose del mondo,/ come possa piacere al marito.//
Questo lo dico per il vostro bene:/ non per gettarvi un laccio,/ ma perché vi comportiate degnamente/ e restiate fedeli al Signore,/ senza deviazioni.
Canto al Vangelo (Gv 3,16) Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio, unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna. Alleluia.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo,/ Gesù, entrato di sabato nella sinagoga,/ [a Cafàrnao,]/ insegnava.// Ed erano stupiti del suo insegnamento:/ egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità,/ e non come gli scribi.//
Ed ecco,/ nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro/ e cominciò a gridare,/ dicendo:/ «Che vuoi da noi,/ Gesù Nazareno?/ Sei venuto a rovinarci?/ Io so chi tu sei:/ il santo di Dio!».// E Gesù gli ordinò severamente:/ «Taci!/ Esci da lui!».// E lo spirito impuro,/ straziandolo e gridando forte,/ uscì da lui.//
Tutti furono presi da timore,/ tanto che si chiedevano a vicenda:/ «Che è mai questo?/ Un insegnamento nuovo,/ dato con autorità.// Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».//
La sua fama si diffuse subito dovunque,/ in tutta la regione della Galilea.
I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.
Dal libro del profeta Giona
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore:/ «Àlzati,/ va’ a Nìnive,/ la grande città,/ e annuncia loro quanto ti dico».// Giona si alzò e andò a Nìnive/ secondo la parola del Signore.//
Nìnive era una città molto grande,/ larga tre giornate di cammino.// Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino/ e predicava:/ «Ancora quaranta giorni/ e Nìnive sarà distrutta».//
I cittadini di Nìnive credettero a Dio/ e bandirono un digiuno,/ vestirono il sacco,/ grandi e piccoli.//
Dio vide le loro opere,/ che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia,/ e Dio si ravvide/ riguardo al male che aveva minacciato di fare loro/ e non lo fece.
Salmo responsoriale (di norma deve venire eseguito in canto) Sal 24
Rit.:Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Questo vi dico,/ fratelli:/ il tempo si è fatto breve;// d’ora innanzi,/ quelli che hanno moglie,/ vivano come se non l’avessero;/ quelli che piangono,/ come se non piangessero;/ quelli che gioiscono,/ come se non gioissero;/ quelli che comprano,/ come se non possedessero;/ quelli che usano i beni del mondo,/ come se non li usassero pienamente:// passa infatti/ la figura di questo mondo!
Canto al Vangelo (Mc 1, 15) Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo. Alleluia.
Dopo che Giovanni fu arrestato,/ Gesù andò nella Galilea,/ proclamando il vangelo di Dio,/ e diceva:/ «Il tempo è compiuto/ e il regno di Dio è vicino;/ convertitevi e credete nel Vangelo».//
Passando lungo il mare di Galilea,/ vide Simone e Andrea,/ fratello di Simone,/ mentre gettavano le reti in mare;/ erano infatti pescatori.// Gesù disse loro:/ «Venite dietro a me,/ vi farò diventare pescatori di uomini».// E subito lasciarono le reti/ e lo seguirono.//
Andando un poco oltre,/ vide Giacomo,/ figlio di Zebedèo,/ e Giovanni suo fratello,/ mentre anch’essi nella barca riparavano le reti.// E subito li chiamò.// Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni/ e andarono dietro a lui.