14 settembre 2014 – XXIV del Tempo Ordinario – Anno A –

Letture con pause per i lettori – Foglietto pronto (.pdf)
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Prima lettura
Sir 27,33-28,9


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Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Dal libro del Siràcide

Rancore e ira sono cose orribili,/
e il peccatore le porta dentro.//
Chi si vendica subirà la vendetta del Signore,/
il quale tiene sempre presenti/ i suoi peccati.//
Perdona l’offesa al tuo prossimo/
e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.//
Un uomo che resta in collera verso un altro uomo,/
come può chiedere/ la guarigione al Signore?//
Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile,/
come può supplicare/ per i propri peccati?//
Se lui,/ che è soltanto carne,/ conserva rancore,/
come può ottenere/ il perdono di Dio?//
Chi espierà per i suoi peccati?//
Ricòrdati della fine/ e smetti di odiare,/
della dissoluzione e della morte/ e resta fedele ai comandamenti.//
Ricorda i precetti/ e non odiare il prossimo,/
l’alleanza dell’Altissimo/ e dimentica gli errori altrui.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire seguito in canto)

Sal 102

Rit.:Il Signore è buono e grande nell’amore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Seconda lettura
Rm 14,7-9

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Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli,/ nessuno di noi vive per se stesso/ e nessuno muore per se stesso,/ perché se noi viviamo,/ viviamo per il Signore,/ se noi moriamo,/ moriamo per il Signore.//
Sia che viviamo,/ sia che moriamo,/ siamo del Signore.//
Per questo infatti Cristo è morto/ ed è ritornato alla vita:/ per essere il Signore/ dei morti e dei vivi.


Canto al Vangelo
(Gv 13,34)
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

Vangelo
Mt 18,21-35

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Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo,/ Pietro si avvicinò a Gesù/ e gli disse:/ «Signore,/ se il mio fratello commette colpe contro di me,/ quante volte dovrò perdonargli?/ Fino a sette volte?//». E Gesù gli rispose:/ «Non ti dico fino a sette volte,/ ma fino a settanta volte sette.//
Per questo,/ il regno dei cieli è simile a un re/ che volle regolare i conti con i suoi servi.// Aveva cominciato a regolare i conti,/ quando gli fu presentato un tale/ che gli doveva diecimila talenti.// Poiché costui non era in grado di restituire,/ il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie,/ i figli/ e quanto possedeva,/ e così saldasse il debito.// Allora il servo,/ prostrato a terra,/ lo supplicava dicendo:/ “Abbi pazienza con me/ e ti restituirò ogni cosa”.// Il padrone ebbe compassione di quel servo,/ lo lasciò andare/ e gli condonò il debito.//
Appena uscito,/ quel servo trovò uno dei suoi compagni,/ che gli doveva cento denari.// Lo prese per il collo e lo soffocava,/ dicendo:/ “Restituisci quello che devi!”.// Il suo compagno,/ prostrato a terra,/ lo pregava dicendo:/ “Abbi pazienza con me/ e ti restituirò”.// Ma egli non volle,/ andò e lo fece gettare in prigione,/ fino a che non avesse pagato il debito.//
Visto quello che accadeva,/ i suoi compagni furono molto dispiaciuti/ e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.//

Allora il padrone fece chiamare quell’uomo/ e gli disse:/ “Servo malvagio,/ io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.// Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno,/ così come io ho avuto pietà di te?”.// Sdegnato,/ il padrone lo diede in mano agli aguzzini,/ finché non avesse restituito tutto il dovuto.//

Così anche il Padre mio celeste farà con voi/ se non perdonerete di cuore,/ ciascuno al proprio fratello».

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